Vi proponiamo una riflessione
sulla rabbia a cui seguirà un racconto ed una
semplice attività!
Seguiteci in questo percorso...
Cosa è la rabbia
E’ un’emozione primaria che può essere osservata anche nei bambini molto piccoli.
La rabbia, insieme alla
gioia e al dolore, è una delle emozioni più precoci e fondamentali.
E’ un sentimento primordiale, determinato dall’istinto di
difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova.
E’, infatti, una delle emozioni innate: si mostra fin da subito
ed ha una funzione adattiva.
La rabbia nei bambini
La rabbia è un’emozione
importante per i bambini ed è parte integrante del loro percorso
di crescita.
Come sostiene Winnicott, infatti, “crescere
è di per sé un atto aggressivo“.
Basta osservare come i
bambini si muovono con prontezza verso un giocattolo che suscita il loro
interesse: lo afferrano con grinta e quando qualcuno prova a portarglielo via
si ribellano con aggressività!
Nei bambini l’aggressività è una modalità comunicativa e di
crescita che si trasforma e
si evolve in relazione alle tappe evolutive dello sviluppo e pertanto deve essere valutata in relazione alla sua età.
Nel primo anno di vita
l’aggressività del bambino è una modalità specifica sia di reagire alle
frustrazioni sia di dare spazio alla tendenza esplorativa.
Spinte, morsi, lancio di
oggetti, crisi di rabbia sono un tentativo per
esplorare le relazioni e anche per verificare l’effetto
che tali azioni suscitano sulle persone e sull’ambiente che circonda il
bambino.
La rabbia è una parte integrante della prima infanzia, come l’imparare a camminare e a parlare, mostra
che il bambino sta scoprendo il proprio Io.
Gli attacchi d’ira,
infatti, lo aiutano a superare la frustrazione.
In età prescolare, invece,
può derivare dall’incapacità del bambino di esprimere emozioni, desideri e
bisogni in modo compiuto, oppure può esprimere un sentimento di inadeguatezza
di fronte alle richieste che arrivano dal mondo esterno, di difficoltà ad
accettare il proprio limite e a rispettare le regole.
La gestione della rabbia nei bambini
I bambini hanno tutto un loro modo di comunicare le emozioni ed
è un errore fermarsi solo ed esclusivamente alla loro manifestazione finale e
più evidente.
Capita spesso di sentirsi
impotenti e disorientati di fronte alle sfuriate dei propri figli.
Non si sa bene come
comportarsi e come riuscire a contenere quei momenti di rabbia e a calmarli.
E si viene assaliti da mille interrogativi e sensi di colpa: meglio accontentarli, ignorarli o sgridarli?
Effettivamente, lo sviluppo emotivo dei figli dipende soprattutto dai genitori,
che dovranno affrontare con la massima tranquillità e attraverso il dialogo i
problemi di ogni giorno.
Occorre però far capire al
bambino che ci sono dei limiti e che le emozioni non devono diventare troppo
violente nella loro espressione.
Calmare i bambini senza sgridarli
Innanzitutto, i bambini vanno aiutati a gestire i momenti di rabbia e
aggressività con abbracci, carezze, sorrisi e
parole gentili.
Uno dei modi migliori per calmare i bambini è proprio l’abbraccio, che è insieme contenimento e contatto
e permette di placare l’agitazione procurata dall’eccesso di rabbia.
Il gesto affettuoso può
essere accompagnato da parole dolci, con voce rassicurante e tranquillizzante.
In queste situazioni,
infatti, la punizione o un tono di voce alto renderebbe il bambino ancora più
incline a urlare, battere i piedi, lanciare incautamente oggetti.
La manifestazione motoria della rabbia di un bambino non va repressa: quando prova rabbia deve
scaricarla e istintivamente lo fa con il corpo.
Va piuttosto aiutato a sfogare la tensione in modo sicuro
e non dannoso per sé e per gli altri; ad esempio, incoraggiarlo a saltare
velocemente sul posto, fare una corsa in cortile o lanciare per terra un
cuscino.
Dunque, in un momento di
collera, non bisogna chiedere al bambino di calmarsi:
in quel momento non è in grado di farlo e comunque, probabilmente, lo farebbe
infuriare ancora di più.
Le punizioni o
le sgridate sono sempre controproducenti
È fondamentale evitare di rispondere ai comportamenti negativi dettati dalla rabbia
con urla, punizioni, minacce e svalutazioni.
Il rischio sarebbe quello
di rafforzare la rabbia e innescare nel bambino meccanismi che amplificano una
percezione negativa di sé.
Inoltre, quando si
verificano episodi di rabbia, non bisogna etichettare i propri figli come
rabbiosi e irascibili, ma cercare di capire lo stato d’animo che si annida
sotto quel comportamento.
Non bisogna, dunque, identificare i bambini con la loro
rabbia e le loro reazioni impulsive.
Quando un bambino è molto
arrabbiato, è importante stargli accanto:
la presenza del genitore gli comunica che lo rispetta e comprende il suo stato
d’animo.
La scatola della rabbia
Un modo molto funzionale e
divertente è quello di costruire, insieme ai bambini, una
vera e propria scatola della rabbia.
Costruirla insieme è
fondamentale: il bambino deve personalizzarlo e sentire suo questo oggetto.
Poi deve scegliere un
posto dove tenerlo: sulla scrivania, dentro l’armadio, sopra un mobile.
Un posto dove possa
prenderlo ed utilizzarlo facilmente da solo senza dover chiedere aiuto a
nessuno.
Il bambino ogni volta che si arrabbia, prende la sua rabbia, oppure un oggetto o un
disegno che rappresenta la sua rabbia, e la
mette nella scatola, chiudendola dentro.
Oggetti e disegni che poi
potranno essere guardati insieme nei momenti di calma per cercare di parlare
insieme di quello che ha provato.
Il potenziale educativo di
questo gesto è immenso: il bambino incanala la sua energia
distruttiva in un’azione costruttiva.
La scatola della rabbia
non serve tanto per liberarsi della rabbia, piuttosto per aiutare il bambino a dare una forma alla sua rabbia e ad imparare a gestirla.
(articolo tratto da: https://nonsolopedagogia.it/la-gestione-della-rabbia-nei-bambini/)
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