lunedì 18 maggio 2020

La rabbia

Vi proponiamo una riflessione
sulla rabbia a cui seguirà un racconto ed una 
semplice attività!
Seguiteci in questo percorso...



Cosa è la rabbia

E’ un’emozione primaria che può essere osservata anche nei bambini molto piccoli.
La rabbia, insieme alla gioia e al dolore, è una delle emozioni più precoci e fondamentali.
E’ un sentimento primordiale, determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova.

E’, infatti, una delle emozioni innate: si mostra fin da subito ed ha una funzione adattiva.

 

La rabbia nei bambini


La rabbia è un’emozione importante per i bambini ed è parte integrante del loro percorso di crescita.
Come sostiene Winnicott, infatti, “crescere è di per sé un atto aggressivo“.
Basta osservare come i bambini si muovono con prontezza verso un giocattolo che suscita il loro interesse: lo afferrano con grinta e quando qualcuno prova a portarglielo via si ribellano con aggressività!
Nei bambini l’aggressività è una modalità comunicativa e di crescita che si trasforma e si evolve in relazione alle tappe evolutive dello sviluppo e pertanto deve essere valutata in relazione alla sua età.
Nel primo anno di vita l’aggressività del bambino è una modalità specifica sia di reagire alle frustrazioni sia di dare spazio alla tendenza esplorativa.
Spinte, morsi, lancio di oggetti, crisi di rabbia sono un tentativo per esplorare le relazioni e anche per verificare l’effetto che tali azioni suscitano sulle persone e sull’ambiente che circonda il bambino.
La rabbia è una parte integrante della prima infanziacome l’imparare a camminare e a parlare, mostra che il bambino sta scoprendo il proprio Io.
Gli attacchi d’ira, infatti, lo aiutano a superare la frustrazione.
In età prescolare, invece, può derivare dall’incapacità del bambino di esprimere emozioni, desideri e bisogni in modo compiuto, oppure può esprimere un sentimento di inadeguatezza di fronte alle richieste che arrivano dal mondo esterno, di difficoltà ad accettare il proprio limite e a rispettare le regole.

 

La gestione della rabbia nei bambini


I bambini hanno tutto un loro modo di comunicare le emozioni ed è un errore fermarsi solo ed esclusivamente alla loro manifestazione finale e più evidente.
Capita spesso di sentirsi impotenti e disorientati di fronte alle sfuriate dei propri figli.
Non si sa bene come comportarsi e come riuscire a contenere quei momenti di rabbia e a calmarli.
E si viene assaliti da mille interrogativi e sensi di colpa: meglio accontentarli, ignorarli o sgridarli?

Effettivamente, lo sviluppo emotivo dei figli dipende soprattutto dai genitori, che dovranno affrontare con la massima tranquillità e attraverso il dialogo i problemi di ogni giorno.
Occorre però far capire al bambino che ci sono dei limiti e che le emozioni non devono diventare troppo violente nella loro espressione.

Calmare i bambini senza sgridarli

Innanzitutto, i bambini vanno aiutati a gestire i momenti di rabbia e aggressività con abbracci, carezze, sorrisi e parole gentili.
Uno dei modi migliori per calmare i bambini è proprio l’abbraccio, che è insieme contenimento e contatto e permette di placare l’agitazione procurata dall’eccesso di rabbia.
Il gesto affettuoso può essere accompagnato da parole dolci, con voce rassicurante e tranquillizzante.
In queste situazioni, infatti, la punizione o un tono di voce alto renderebbe il bambino ancora più incline a urlare, battere i piedi, lanciare incautamente oggetti.
La manifestazione motoria della rabbia di un bambino non va repressa: quando prova rabbia deve scaricarla e istintivamente lo fa con il corpo.
Va piuttosto aiutato a sfogare la tensione in modo sicuro e non dannoso per sé e per gli altri; ad esempio, incoraggiarlo a saltare velocemente sul posto, fare una corsa in cortile o lanciare per terra un cuscino.
Dunque, in un momento di collera, non bisogna chiedere al bambino di calmarsi: in quel momento non è in grado di farlo e comunque, probabilmente, lo farebbe infuriare ancora di più.

Le punizioni o le sgridate sono sempre controproducenti

 

È fondamentale evitare di rispondere ai comportamenti negativi dettati dalla rabbia con urla, punizioni, minacce e svalutazioni.
Il rischio sarebbe quello di rafforzare la rabbia e innescare nel bambino meccanismi che amplificano una percezione negativa di sé.
Inoltre, quando si verificano episodi di rabbia, non bisogna etichettare i propri figli come rabbiosi e irascibili, ma cercare di capire lo stato d’animo che si annida sotto quel comportamento.
Non bisogna, dunque, identificare i bambini con la loro rabbia e le loro reazioni impulsive.
Quando un bambino è molto arrabbiato, è importante stargli accanto: la presenza del genitore gli comunica che lo rispetta e comprende il suo stato d’animo.

La scatola della rabbia

Un modo molto funzionale e divertente è quello di costruire, insieme ai bambini, una vera e propria scatola della rabbia.
Costruirla insieme è fondamentale: il bambino deve personalizzarlo e sentire suo questo oggetto.
Poi deve scegliere un posto dove tenerlo: sulla scrivania, dentro l’armadio, sopra un mobile.
Un posto dove possa prenderlo ed utilizzarlo facilmente da solo senza dover chiedere aiuto a nessuno.
Il bambino ogni volta che si arrabbiaprende la sua rabbia, oppure un oggetto o un disegno che rappresenta la sua rabbia, e la mette nella scatola, chiudendola dentro.
Oggetti e disegni che poi potranno essere guardati insieme nei momenti di calma per cercare di parlare insieme di quello che ha provato.
Il potenziale educativo di questo gesto è immenso: il bambino incanala la sua energia distruttiva in un’azione costruttiva.

La scatola della rabbia non serve tanto per liberarsi della rabbia, piuttosto per aiutare il bambino a dare una forma alla sua rabbia e ad imparare a gestirla.


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