L’INTERVISTA
A cura di
Silvana Loiero
Scuola
dell’Infanzia n°5, anno 20°, Gennaio 2020-Giunti scuola
Elisa
Palazzi è una ricercatrice presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del
Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente di Fisica del Clima
presso l’Università degli Studi di Torino. La sua ricerca è incentrata sullo
studio dei cambiamenti climatici soprattutto nelle aree di montagna. È autrice
con Federico Taddia del libro Perché la
terra ha la febbre?
Non è
facile parlare di questi temi con i bambini piccoli. Anidride carbonica, gas
serra, biosfera…Che cosa può aiutare gli insegnanti?
Con i
bambini e i ragazzi si tratta di trovare un linguaggio giusto, gentile,
leggero, senza mancare di profondità e contenuto. Molto, se non tutto, parte
dalla scuola ed è fondamentale rispondere positivamente alle richieste di
approfondimento, di come trattare questi temi a scuola, di corsi di
aggiornamento da parte degli insegnanti.
Qual è il
modo migliore, per esempio alla scuola dell’infanzia e primaria, per
coinvolgere in modo graduale, senza fare “tutto e subito”?
Il modo
migliore credo sia quello di “vivere” questi temi quotidianamente nella scuola
ed aiutare i ragazzi a portarli a casa: attraverso piccoli gesti virtuosi da
fare tutti insieme. Per far capire che nessuna azione è inutile se è quella
giusta e che ognuno può fare la sua parte: dall’uso della borraccia,
all’attenzione allo spreco, al muoversi a piedi o in bici, al riciclo e al
riuso degli oggetti.
Lei che è
una studiosa ci dica: la febbre della terra è così anomala?
È vero: i
tratti distintivi del riscaldamento odierno sono proprio le sue cause e la
rapidità con cui sta avvenendo.
Che cosa
può fare l’uomo per cambiare la nostra storia futura?
Siamo
nella condizione di dover trovare soluzioni rapide per contenere il
riscaldamento in corso ed evitare, o perlomeno ridurre, i rischi per gli ecosistemi,
la salute, le nostre società e le nostre vite. La scienza ha permesso di fare
chiarezza sullo stato di salute del nostro pianeta e di elaborare azioni
contrastanti per contrastare i cambiamenti climatici. Ora bisogna passare
all’azione senza perdere tempo: le scelte che facciamo oggi sono decisive per
il nostro futuro.
La forte
attenzione dei giovani al problema porterà, secondo lei, anche alle modifiche
sul piano dei loro comportamenti?
Sono
convinta di sì perché ogni azione efficace parte dalla cultura e dalla
consapevolezza.
Quanto
peseranno gli interventi politici per affrontare il problema?
Ovviamente
sono indispensabili. Servono azioni politiche di riduzione delle emissioni e di
mitigazione più in generale (uso di energie alternative, miglioramenti
dell’efficienza energetica, economia circolare…) che permettano di agire sulle
cause del surriscaldamento.
“NESSUNA
AZIONE È INUTILE SE È QUELLA GIUSTA; OGNUNO PUÒ FARE LA SUA PARTE: DALL’USO
DELLA BORRACCIA ALL’ATTENZIONE A NON SPRECARE ACQUA”.
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