lunedì 27 aprile 2020

Perchè la terra ha la febbre?



L’INTERVISTA
A cura di Silvana Loiero
Scuola dell’Infanzia n°5, anno 20°, Gennaio 2020-Giunti scuola

Elisa Palazzi è una ricercatrice presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente di Fisica del Clima presso l’Università degli Studi di Torino. La sua ricerca è incentrata sullo studio dei cambiamenti climatici soprattutto nelle aree di montagna. È autrice con Federico Taddia del libro Perché la terra ha la febbre?

Non è facile parlare di questi temi con i bambini piccoli. Anidride carbonica, gas serra, biosfera…Che cosa può aiutare gli insegnanti?
Con i bambini e i ragazzi si tratta di trovare un linguaggio giusto, gentile, leggero, senza mancare di profondità e contenuto. Molto, se non tutto, parte dalla scuola ed è fondamentale rispondere positivamente alle richieste di approfondimento, di come trattare questi temi a scuola, di corsi di aggiornamento da parte degli insegnanti.
Qual è il modo migliore, per esempio alla scuola dell’infanzia e primaria, per coinvolgere in modo graduale, senza fare “tutto e subito”?
Il modo migliore credo sia quello di “vivere” questi temi quotidianamente nella scuola ed aiutare i ragazzi a portarli a casa: attraverso piccoli gesti virtuosi da fare tutti insieme. Per far capire che nessuna azione è inutile se è quella giusta e che ognuno può fare la sua parte: dall’uso della borraccia, all’attenzione allo spreco, al muoversi a piedi o in bici, al riciclo e al riuso degli oggetti.
Lei che è una studiosa ci dica: la febbre della terra è così anomala?
È vero: i tratti distintivi del riscaldamento odierno sono proprio le sue cause e la rapidità con cui sta avvenendo.
Che cosa può fare l’uomo per cambiare la nostra storia futura?
Siamo nella condizione di dover trovare soluzioni rapide per contenere il riscaldamento in corso ed evitare, o perlomeno ridurre, i rischi per gli ecosistemi, la salute, le nostre società e le nostre vite. La scienza ha permesso di fare chiarezza sullo stato di salute del nostro pianeta e di elaborare azioni contrastanti per contrastare i cambiamenti climatici. Ora bisogna passare all’azione senza perdere tempo: le scelte che facciamo oggi sono decisive per il nostro futuro.
La forte attenzione dei giovani al problema porterà, secondo lei, anche alle modifiche sul piano dei loro comportamenti?
Sono convinta di sì perché ogni azione efficace parte dalla cultura e dalla consapevolezza.
Quanto peseranno gli interventi politici per affrontare il problema?
Ovviamente sono indispensabili. Servono azioni politiche di riduzione delle emissioni e di mitigazione più in generale (uso di energie alternative, miglioramenti dell’efficienza energetica, economia circolare…) che permettano di agire sulle cause del surriscaldamento.

“NESSUNA AZIONE È INUTILE SE È QUELLA GIUSTA; OGNUNO PUÒ FARE LA SUA PARTE: DALL’USO DELLA BORRACCIA ALL’ATTENZIONE A NON SPRECARE ACQUA”.

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